Il modello

EMEREC, formulato nel 1973, consiste in un modello che per la prima volta, invece di esaminare la comunicazione in termini tecnologici o di sistema, si concentra sulla figura dell’homo communicans di Jacques Mouseeau. Si tratta di una teoria adattata all’era della comunicazione individuale, che affronta i rapporti di trasmissione dell’informazione dal punto di vista della cibernetica.

Cloutier afferma che gli schemi lineari che dissociano le funzioni dell’emittente e del destinatario non sono più sufficienti a spiegare l’intero processo di comunicazione. A suo parere, la comunicazione ha superato lo status di “fenomeno di massa” per diventare qualcosa di individuale: i cosiddetti self media hanno sostituito i vecchi mass media.

Secondo la teoria di EMEREC, le relazioni che si instaurano tra le persone sono dialogiche: gli esseri umani si scambiano messaggi utilizzando lingue diverse e sono al tempo stesso destinatari e mittenti di tali messaggi. Così, i ruoli si scambiano continuamente, fino a generare un nuovo agente attivo che alterna le funzioni di mittente e destinatario: EMEREC, appunto, un modello che mira a promuovere lo sviluppo di tutti come comunicatori attivi, per garantire che la trasmissione contenga sempre i propri messaggi e non si sia dei semplici riproduzioni. 

Affinché la comunicazione possa avvenire, i vari EMEREC devono essere sintonizzati, cioè non solo devono utilizzare lo stesso codice ma devono anche avere un campo comune di esperienze, che permetta loro di condividere i messaggi: in questo modello di comunicazione orizzontale, il destinatario smette di essere un semplice spettatore e diventa contemporaneamente produttore e mittente di messaggi.

Oggi, il modello EMEREC e la concettualizzazione proposta da Cloutier continuano ad essere importanti, perché spiegano come l’arrivo del web (potente strumento di diffusione e di collaborazione) significa una rivoluzione nel nostro modo di manipolare le informazioni, di costruire nuova conoscenza e di metterla in relazione con gli altri.

Nel suo “Petit traité de Comunicación”, Cloutier struttura la storia della comunicazione in periodi successivi che si sommano gli uni agli altri, così che la comparsa di un nuovo modello comunicativo non implica la soppressione di quelli precedenti:

1.    Comunicazione interpersonale

Attraverso gesti e parole, l’essere umano è esso stesso l’unico mezzo di comunicazione. Egli è sia mittente che destinatario del messaggio, che può essere comunicato a distanza, ma che richiede però il tramite di un messaggero umano.

2.    Comunicazione d’élite

Il messaggio è codificato da un insieme di segni che non comprendono né la parola né il gesto. L’unità del messaggio è frammentata e quindi le codifiche sono uditive, visive o scritte. Forme rudimentali di questo tipo di sistemi semiotici sono: i segnali di fumo (codificazione visiva), il suono dei tam-tam indiani (codificazione uditiva) o i manoscritti medievali (codificazione scritta). La forma più elaborata di questo tipo di comunicazione è la scrittura, l’unica che utilizziamo ancora oggi. In tutti i casi ci sono uno o più mittenti del messaggio e uno o più destinatari.

3.    Comunicazione di massa

Si basa sul “principio dell’amplificazione”, secondo il quale alcune emittenti specializzate trasmettono informazioni uniche a più ricettori passivi. La stampa verso la metà del xv secolo si affermò come la prima forma di amplificazione tecnologica che permise la diffusione dei libri (mezzo scritto) e della stampa scritta (mezzo scriptovisivo). Nel xx secolo la radio e la televisione divennero i mass media per eccellenza e l’unità del messaggio fu recuperata, perché divenne possibile rappresentare contemporaneamente sia la componente uditiva, che quella visiva e quella scritta.

4.    Comunicazione individuale

In questa fase, l’individuo si appropria degli strumenti tecnologici (fotografia, video, informatica, ecc.) e può egli stesso emettere e ricevere messaggi scritti, audiovisivi, visivi, uditivi o scriptovisivi. All’inizio, però, l’impatto è abbastanza limitato, perché la maggior parte dei messaggi viene trasmessa da una persona all’altra e non si ha ancora la possibilità di diffusione su larga scala che sarà invece poi offerta da Internet.

Distinguendo tra i mass-media (che dirigono la diffusione dei messaggi collettivamente) ed i self-media (che invece trasmettono, amplificano e favoriscono la comunicazione diretta), Cloutier intravede il ritorno alle origini della storia dell’uomo, in una struttura circolare che però si arricchisce ogni volta di nuovi strumenti e più sofisticati sistemi.